Problema della mia generazione è che ci sentiamo tutti dei geni del cazzo. Far qualcosa per noi non è abbastanza, e neanche vendere qualcosa, o insegnare qualcosa o solamente combinare qualcosa: no noi dobbiamo essere qualcosa. E' nostro inalienabile diritto, in quanto cittadini del ventunesimo secolo. Se Christina Aguilera o Britney Spears o qualche altro coglione di Idolo Americano possono essere qualcosa, perché io no? Dov'è quel che mi spetta?
E' così che mi sento tutti i giorni, e gli altri non ne vogliono sapere. Vogliono sapere che mi sento come ti fa sentire Tom Jones.. Ma invece io mi sento così, e come mi sento non lo danno alla radio, perché le persone tristi restano escluse.
.. sbaglio sempre a calcolare il peso delle cose. Ogni volta che ti tocca indovinare se una cosa è pesante o leggera, specialmente quelle dentro di te, e indovini sbagliato, e così allontani gli altri.
Chissà che le persone qualche volta in vacanza sono tristi? Secondo me succede, perché hanno tanto tempo per pensare.
Passiamo tutti tanto tempo senza dire cosa vogliamo perché sappiamo di non poterlo avere. E perché sembrano robe rozze, o ingrate, o sleali, o infantili, o stupide. O anche perché siamo talmente disperati de fingere che le cose siano come devono essere, e sembra una mossa falsa confessare a noi stessi che non lo sono. Su, forza, sputa cosa vuoi. Magari non ad alta voce, se c'è il rischio di finire in un casino. "Vorrei non averlo mai sposato." "Vorrei che fosse ancora viva.""Vorrei non avere mai fatto dai figli con lei." "Vorrei avere una barcata di soldi." "Vorrei che tutti gli albanesi tornassero nella loro Albania di merda." Qualunque cosa sia, dilla a te stesso. La verità ti renderà libero. Oppure ti beccherai un pugno sul muso. Sopravvivere a qualsiasi vita tu stia vivendo significa mentire, e l'inganno corrode l'anima: quindi, almeno per un minuto, molla le bugie.
E forse per la prima volta negli ultimi mesi ho ammesso giustamente una cosa, una cosa che sapevo che era nascosta proprio giù, nei miei visceri, o in un angolo del cervello... insomma, dentro a un posto dove non potevo mica ignorarla. Quello che ho ammesso era: non avevo voglia di suicidarmi perché odiavo la vita, Ma perché l'amavo. E il nocciolo della questione, per me, è che questo è il sentimento di un sacco di gente che pensa a uccidersi..
Se passi tutta la vita in una stanza nel silenzio più assoluto, e poi qualcuno ti viene alla spalle e dice "Bu!", fai un salto. Se passi tutto il tempo con persone bassette e poi vedi un poliziotto alto più di unno e ottanta, ti sembra un gigante. E se prima non succede niente e poi succede qualcosa, allora quel qualcosa sembra di una stranezza, quasi un Atto di Dio. Il niente fa diventare il qualcosa, quello che succede, più grosso di quello che è.
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