venerdì 29 novembre 2013

Periferia - Giuliano Sacco


..raggiungono il locale all'ora prestabilita e si accomodano su incomode sedie lignee. Oltre il destino ha un lento fluire. A destra una ragazza crolla fra un paio di gambe mascoline spalancate, forse per sbirciare da vicino una curiosità delle tenebre.

..svolta nella via laterale e la percorre evitando di osservare le facciate grigie dei palazzi popolari dai balconi pericolanti, sui quali sventolano panni scoloriti, bianche bandiere di resa: basta! non si può infierire oltre! ci arrendiamo tutti, dal primo all'ultimo. Il giovane ha accelerato il passo, in un inconscio tentativo di fuga, per superare una soglia miracolosa, entrare per sempre in un mondo diverso, dove non esistono casermoni fatiscenti, dei quali non è difficile immaginare gli alloggetti disadorni accatastati uno sull'altro, tutti uguali, stipati di famiglie numerose, mobili kitsch acquistati a rate, televisori troppo grandi, sempre accesi, discussioni, miseria, frastuono.

Dopo una decina di minuti, due vigili urbani perlustrano il parco e si avvicinano al furgone che oscilla come se ospitasse mezza dozzina di cavalli irrequieti. Appena una delle due guardie spalanca la portiera posteriore, appare una scena inconsueta. Due giovani seminudi si stanno accoppiando e, colti di sorpresa, si affannano per ricomporsi. Carmen si attacca dove le è possibile per rimettersi in piedi e, essendosi aggrappata a una cassetta, succede il disastro. I vigili assistono esterrefatti al crollo della pila, seguita dalla caduta disordinata di tonnetti, acciughe e merluzzi che sgusciano da tutte le parti. La ragazza sembra una sirena emersa da una retata di pesce. Falko si solleva con difficoltà, appoggia un piede su una triglia, scivola e crolla addosso alla compagna.

- Quando avevamo sedici anni ci illudevamo di diventare tutti ricchi e importanti o, addirittura, eroi...
- Erano sogni irrealizzabili. Nella borgata Edelweiss non nascono eroi...

12042013

mercoledì 27 novembre 2013

L'ultimo treno della notte - Benjamin Lebert


- Le persone...?
- Fanno cose assolutamente idiote.
Per un paio di battiti di cuore c'è silenzio. Poi lui ricomincia: - Sai, è vero che le persone fanno cose assolutamente idiote, in generale dico. E che sono orrende e tutto il resto. Ma in qualche modo ti commuovono. Sanno di dover morire un giorno. Non hanno idea di che cosa succederà dopo. Non sanno se sono sole nell'universo infinito o se c'è qualcuno che le vede e pensa: oggi si che sei stato in gamba! Non sanno nemmeno se la loro esistenza ha uno scopo oppure è soltanto un caso, un incidente o roba simile. E nonostante questo cercano di provare gioia per una tazza di tè o si raccontano storie su un treno di notte. Oppure nelle vacanze estive, viaggiano da un punto all'altro della sfera terrestre, così minuscola rispetto all'universo, per andare a sdraiarsi su una spiaggia e provare a essere felici.

13042013

lunedì 25 novembre 2013

Cane pallido - Heinrich Boll


Dovevano essere quasi le sette. E sebbene sapesse che il cuore di lei batteva quietamente per lui con amore, con un amore che nessun'altro gli avrebbe dato più, dentro di sé da qualche parte sentiva che lei non gli apparteneva e che avrebbe dovuto rinunciare a lei, per qualcosa che non aveva mai avvertito così, qualcosa di indicibile che dalle sua stringhe sfilacciate arrivava fino al cielo, alle nuvole che lei talvolta aveva contemplato con pensieri che lui non avrebbe mai conosciuto. L'avrebbe persa a causa del mondo, quel mondo che gli aveva sempre reso facile pensare alla morte e difficile pensare alla vita...
Su una porta e su una parte della parete la finestra era disegnata ingrandita con le sue strisce bianche e nere, una proiezione deliquescente, morbida e dai tratti indefiniti, le strisce bianche tremolanti, sfumate anche quelle nere, e in quel momento vide che il grande crocefisso nero, che un tempo era appeso sotto nell'ingresso, adesso era appeso era lì...
All'improvviso si sentì di nuovo oppresso dall'estraneità della stanza che non gli apparteneva, da quell'odore stranamente pulito e delicato di sapone, di abiti e da un lieve sentore di fumo di sigarette. D'un tratto si rialzò, afferrò il tascapane e aprì la porta. Mentre girava di nuovo la chiave nella serratura, riflettè su chi poteva essere il destinatario del biglietto attaccato alla porta. Ma quel pensiero non risvegliò in lui la minima gelosia. No, non era geloso delle persone. Le persone erano tutte uguali, e tutte erano sole, lui odiava il mondo e ne era geloso, odiava i pensieri che dovevano riempirlo...

dal racconto "Paradiso perduto"

17042013

domenica 24 novembre 2013

Cuore d'asfalto - Michelangelo Coviello


Siamo sicuri che i vivi siamo noi e che i nostri cari trapassati sono morti? Sapete cos'è la materializzazione? Sapete perché la serenità non è un bene diffuso mentre è diffusa la depressione? Siete convinti di saper respirare?

07052013

venerdì 22 novembre 2013

Non c'è nulla contro di te - Serenella Zottinis



"Sceneggiamo la metamorfosi della rana". "Si. Scena 1: la rana guarda il figlio incolore uscito dall'uovo. -Con questa coda non può essere mio figlio- esclama. Scena 2: punto interrogativo sopra la testa di papà ranocchio. Scena 3: mamma rana comincia a intenerirsi -Ma come nuota bene! Da chi avrà preso?- Scena 4: -Ma che mia moglie abbia avuto un ragazzo pesce?- si interroga il papà.

Il silenzio si fa profondo, appena scalfito dal tirannico sciabordare, sempre più indulgente nei confronti delle nostre solitudini.

Nessuna di noi era sfiorata dal pensiero che quel grande potesse chinarsi su un fornello a friggersi quattro patate, allorché veniva provato del suo pubblico, oppure sputare a più riprese nel fazzoletto che pendeva artisticamente dal taschino dell'austero frac.

Mancando eventi bellici ufficiali, abbiamo sprangato le porte e selezionato le nostre amicizie.

Si provvede a fabbricare manichini, copie di personaggi noti e meno noti, li si piazza, ben camuffati, all'angolo della strada che dovremo giocoforza attraversare. Così storditi, abbruttiti dall'incapacità di distinguere il vero dal falso, prostrati e seviziati offriamo un facile bersaglio ai cosiddetti furbi che per noi decideranno l'avvenire dell'Italia. Siamo marchiati da un'interdizione perpetua, senza più connotati, senza opinioni politiche, senza una sola base di equilibrio, senza futuro. C'è già chi ha predisposto tutto per noi. Mascheramenti e complicazioni ottundono le nostre menti, riducendoci ad un'elementarità di vita che ci rende simili ad animali selvaggi, spaventati, adatti soltanto a procurarci in qualche modo il minimo necessario alla sopravvivenza. Cadono le radici e le foglie senza che ci pesi addosso alcuna colpa. Cadono i valori sociali e le ideologie. Sepolte le nozioni culturali e le utopiche contraddizioni mentali a cui facevamo appello per confrontarci con noi stessi e con i nostri compagni più impegnati. Quando l'amico di origine straniera, avvolto nel sarong, ci apriva la porta di casa assalendoci con quesiti sempre nuovi.
-Livellati i criteri di preponderanza, tutti uguali, riuniti in falansteri sulle orme del fourierismo. Che ne dici? potremmo essere più felici?

Tra le vette dei grattacieli riesco a frugare uno dei tanti reparti di cielo. La situazione meteorologica non promette male. Con un po' di insistenza riesco a rintracciare ben tre stelle lucenti, le altre sono irreperibili.

Io lo so che sono genitori bravissimi, ma credo che un tempo ci fossero genitori migliori. Forse siamo noi che li abbiamo guastati così..

Nessun trauma: non è scaduta la poesia, è sbiadita l'immagine dell'amicizia, come si estingue una miniera abusata. L'amicizia senza smorfie e  senza edulcorazioni, senza profondi conflitti e sospetti, senza allusioni e strizzatine d'occhio, senza slanci incommensurabili e generosità oltre i limiti. Fatta di semplice concordia nell'accettarsi, senza formule. Qualcosa al di sopra delle sfide e delle spietatezze. Qualcosa che escluda e superi l'amore.

Lei mi guarda come fossi un monumento ottocentesco, con tutti i miei fregi e rifiniture.

Esistono varie forme e strumenti di oppressione per impedire ad un individuo libero di organizzarsi e di decidere. Come ad esempio le false protezioni, i complotti della stampa, della radio, della televisione, dei telefoni, per mezzo dei quali si ottiene indirettamente che un individuo venga sottoposto al controllo di Stato. Attraverso questo ordito si sviluppano tutti gli abusivi osservatori e gli spionaggi internazionali. L'ossigeno sottratto anche a un solo individuo costituisce la base per creare le condizioni indispensabili all'ottenimento del patito unico, al golpe di Stato, per una logica successione di limitazioni a catena. Il mondo non è innocente, Milano neppure. Vi si incontrano pochi eroismi e molte bassezze, ma la bassezza peggiore è quella di far lottare un individuo fino ad esaurire le sue energie e le sue capacità nascondendogli il volto del suo nemico. Poiché in realtà il nemico non esiste: si studiano le sue reazioni, i suoi limiti, i suoi collegamenti; si negoziano i dati ricavati ed elaborati dai computers elettronici. Una qualunque donnetta analfabeta può quindi dare inizio alla distruzione mondiale con l'apparente banale atto di una telefonata anonima effettuata in un momento di noia durante le ore di riposo domenicale.

E' ancora radicata, comunque, l'opinione che l'uomo sia un essere meraviglioso al quale tutto è concesso. Forse non mi si perdona di essere una donna sola che non si è mai sentita messa in disparte.

Le strategie dell'apprensione e della diffidenza che mettono fuori uso l'individuo convincendolo di essere un sorvegliato speciale, una persona sgradita. Fino a costringerlo a sfuggire ai suoi pedinatori, proprio come un comune malvivente. A evitare ogni protezione. In tal modo gli si impedirà di compiere qualsiasi indagine qualificabile, lo si riterrò inefficace e irresponsabile. Non vi sarà mezzo adatto a valutare le sue capacità, avendolo reso schivo e incomunicante con chicchessia.

Medito su di me. Così fortunata da avere le ovaie e l'utero. Senza un presente e un domani. Soltanto un foglio nero, dove non posso scrivere con alcuna matita. Nemmeno cancellare. Solo vivere senza un perché questo assurdo vaneggiamento.

-Il tempo insegna a suonare tutte le corde.

Un gabbiano esausto dai vapori di mezzogiorno volava rabbiosamente, puntiglioso e accecato, come stesse per cozzare contro i bastioni. Un altro gabbiano stanco di vederlo mordere l'aria, si alzò verticalmente portandoglisi sopra, sfidandolo
-E' un vecchio uccello in amore- disse Salvatore -Non vede gli ostacoli.
L'altro. l'uccello femmina, non aveva pietà, lo stringeva e lo aggirava come un ciclone, finché il vecchio, stordito, cadde stremato su un tratto di prato e non si mosse più, colpito al cuore.

Eccomi ancora una volta chiusa in un cerchio che non mi appartiene. Scivolo morbosamente nelle piccole azioni degli altri. Senza egoismo.
Era questo che mi veniva imputato, di attribuire troppa importanza al vivere degli estranei, fino ad accorgermi che ero pur sempre illusa e ignorante. L'effetto, con l'andar degli altri, non poteva essere che di morte.

-Le dica che non l'ama più e la lascia andare. E' la situazione che è sbagliata.

Senza dubbio non c'è comprensione possibile tra me e il mio prossimo.

"Il più nobile di questi assilli esterni della felicità è l'amicizia. E davvero l'amicizia è più necessaria al felice che all'infelice, poiché la felicità si moltiplica facendone parte altrui. Essa è più importante della giustizia..."


giovedì 21 novembre 2013

Non c'è gusto in Italia ad essere dementi - Roberto "Freak" Antoni


SOGNO IMPROBABILE

Vorrei essere un aliante
in sospensione permanente
confuso con il mio sospiro,
essere etere, un filo di respiro

Vorrei essere il deserto
come un cielo azzurro o il mare aperto
vivere senza alcun domani, e senza ieri
fuggire via dai miei pensieri

Come in un sogno improbabile
partire senza usare l'automobile
e senza aver fatto tanti piani
senza aspettarsi alcun domani

Vivere un'idea di distanza 
sai, non un viaggio, non una vacanza
vorrei lasciarti delicatamente
mostrarti tutto, mostrarti niente

Poi salpare senza un timone
non avere una preoccupazione
le scadenze, le code per le tasse
molto lontano dal tasso di interesse

Come neve sciolta al sole
in assenza di parole
una forma effervescente
quasi un karma evanescente


FOSSILE DEL PLEISTOCENE

Ho voglia di scomparire
rimandare, differire
procrastinare, soprassedere
ma soprattutto vegetare

Non essere per niente
senziente e sofferente,
sveglio, pronto ed efficiente

Voglio diventare una cosa qualunque
un divano, una foglia, un... rinoceronte
se niente e nessuno poi mi trattiene
forse rinasco fossile del Pleistocene

Voglio un poco di respiro
una sosta, un nuovo giro
ho il tormento esistenziale
roba da ridere, anzi banale


I GIOVANI SONO NOIOSI
(Canzone contro i giovani)

I giovani sono noiosi
hanno dei miti prevedibili e tediosi
I giovani sono datati
abboccano ai miti più scontati

Il giovane non si contiene
è vivace come il muschio di un lichene
Il giovane è un po' arrivista
vuol essere sempre il primo della lista/pista
Il giovane è perbenista
un moderno iperconsumista
Il giovane è intransigente
soprattutto se non gli costa niente

I giovani sono noiosi
hanno dei miti omologati e costosi
I giovani sono curiosi
si suicidano per una foruncolosi

I giovani hanno talento
per urlare forte controvento
I giovani ci sanno fare
gli piace giocare a contestare
perché fa giovane
buttarsi a criticare senza capire
ma far vedere
di saper argomentare

I giovani mi fanno un po' cagare
perché non hanno niente da dire
e non lo sanno nemmeno molto bene
però fanno casino se gli conviene
I giovano son vanitosi
hanno dei miti saccenti e presuntuosi
con i capelli tagliati tutti uguali
originali come solo i funerali

Il giovane non è intelligente
infatti questa canzone
non gli piacerà per niente
forse nemmeno perché sia brutta
ma lui non la capisce neanche tutta
non arriva a intuire, il deficiente,
che questo è un pezzo controcorrente
dovrebbe essere contento
che nessuno cerchi il suo consenso

Il giovane abbocca sempre
al mito più diverso
gli corre dietro appassionato
accecato da un amore preconfezionato

I giovano sono superflui
diventano dei vecchi acerbi
ovvero anziani molto inutili
che hanno vissuto vite dimenticabili
si facessero una domanda alternativa
tipo: cosa mi serve questa vita?


INADEGUATO

Dimmi perché mi sento inadeguato
fuori posto, tutto sbagliato
cos'è che mi rende tanto confuso
nel coro sono quello più stonato

Tu sai perché mi complico la vita?
Di ogni successo faccio una caduta
scivolo sempre sulla falsa riga
scelgo la soluzione più incasinata

Dove vado, in cosa credo
quanto pago, come prego?
Dove sono, cosa vedo
mi coinvolgo o me ne frego?

Dimmi perché mi sento diverso
senza poi essere tanto perverso
spiegami, ti prego, cos'è normale
 (le) differenze tra naturale e culturale

Fin da quando sono arrivato
su questo pianeta, appena nato,
sono stato sorvegliato e controllato
analizzato, punito e interrogato

Dove vado, in cosa credo
quanto pago, come prego?
Dove sono, cosa vedo
mi coinvolgo o me ne frego?

Ho paura di affrontare il mio destino
crescere o restare un bambino
cosa sono i valori morali
com'è la faccia dei veri ideali

Famiglia, Patria, Stato e Bandiera
vera passione o retorica pura
meglio sposare la solidarietà
o rifugiarsi nella proprio intimità?


SONO TRISTE

Sono triste, ma tanto triste
e se lei insiste, le dirò che sono triste

Coro. Voci che domandano:
Così sei triste, ma quanto triste?
Perché sei triste? Ma triste come?

Sono triste come un vecchio calendario
dell'anno prima o ancora prima
sono triste come un grande lampadario
con una sola modesta lampadina
come un ex famoso impresario
dopo il tonfo della nuova ballerina
triste come un brutto dromedario
sotto forma di statuina
modesta confezione in porcellana
dimenticato laggiù in cantina

Sono mesto, piuttosto mogio
se mi consoli ti regalo il mio orologio
perché non riesco più a sopportarmi
e non so come farai a perdonarmi

Coro. Voci che domandano:
Così sei triste, ma quanto triste?
Perché sei triste? Ma triste come?

Sono triste come un grigio funzionario
ministeriale, parastatale
sono triste come il corpo forestale
dopo il passaggio dell'incendiario

Sono triste come un cane da riporto
che non ama più la caccia
forse sceglierebbe d'esser morto
piuttosto che addentare la beccaccia
Sono triste come vittima di strage
che non cerca + vendetta e si dispiace

Sono triste come un rivoluzionario
che ha perso la sua fermezza
abituato a sentirsi straordinario
oggi un filo lui si disprezza
triste come un ladro senza polli
che non ha + fiducia nel denaro
restituisco le cose che ho scippato
e mi appello alla bontà del derubato
Sono triste come nani di villette
detestati come orrende statuette

Sono triste, ma tanto triste
se lei insiste, (io) le dirò che sono triste

Sono triste come solo il lunedì
o forse il primo lunedì del mese
come un povero albergo genovese 
o un operaio licenziato giapponese
Sono triste com'è triste l'esquimese
che non ha più il suo iglù
triste come anziano pescatore
emigrato nel bellunese
Sono triste come il verme solitario
perché non provi un po' ad amarlo?
Sono allegro come un necrologio
(se mi consoli ti regalo il mio orologio)

Mi sento il vuoto del deposito corriere
dove non c'è niente da osservare
Sono triste come una periferia
dove abita la cara vecchia zia
con la sua preziosa argenteria
usata solo il giorno delle nozze 
rimessa dentro le casse
perché proprio non si rovini
e si conservi così per "un" domani
Sono triste come un uomo disperato
che più non trova alcun sollievo
eppure c'ha provato e riprovato


BELLA LA VITA (QUANDO DORMI)

Mi piace la notte quando sogno
perché non ho limitazioni
perdo il peso del mio corpo
e delle sue 1000 frustrazioni

Ad occhi chiusi (io) mi rilasso
sotto le coperte del mio letto
cammino ma non muovo un passo
sciolto nell'acquario del soffitto

Rari momenti d'abbandono
pause di vita tollerabile
bello essere nessuno
non avere nemmeno un'automobile

Rari momenti d'abbandono
pause di vita tollerabile
non devo litigare con nessuno
né per forza essere amabile

Mi piace la vita quando dormo
perché sospendo ogni giudizio
sono fermo eppure vado e torno
tutto calmo fluttuo nello spazio

Sensazione di pacifica euforia
e di benessere fino alle otto
quando la sveglia mi trascina via
portandomi in cucina con il gatto


MI SENTO STRANO

Mi sento strano
come un pesce sul divano
fuori posto
come neve in pieno agosto

Come una protesta
in un giorno di festa
come un utopista
in un momento razzista

Come una pedina
sempre in panchina
come una strega
senza la scopa

Come un avaro
senza denaro
o un galeone
senza corsaro

Come un coltello
senza lama
come un bagno
senza schiuma
(come un sonnambulo
senza pigiama)

Senza l'ombrello
con la giacca fradicia
come un martello
sotto il sole d'Africa

Come un barbone
con la televisione
come un calendario
sempre fuori orario

Come la nebbia
sopra la sabbia
come una banana
nella metropolitana

Come un abate 
senza un convento
o un musicista
senza talento

Mi sento strano
come un vino africano
come un'aragosta
in un quadro cubista

Come un maglione 
senza padrone
come un vagone
senza stazione

Come Pinocchio
senza Geppetto
come una casa
senza affitto

Come Arlecchino
senza costume
come un ragazzino
sopra una fune... o forse come una sfera senza volume


SE  MAI DOVESSI LASCIARMI, AMORE MIO
(Ti amo anche quando litighiamo)

Io e te sopra il divano
mentre sfioro la tua mano
poi ti dico riproviamo
e se vuoi ne discutiamo

Sei tu che hai visto giusto
io crollo sempre troppo presto
e nelle nostre discussioni
cerco troppe spiegazioni

Se mai dovessi lasciarmi, amore mio
fallo in un giorno di pioggia
così non mi vedrai piangere

Se mai dovessi lasciarmi, amore mio
fallo in un giorno di vento
così non mi vedrai tremare

Io e te che cosa siamo
non ti sembra un poco strano
se ripeto che ti amo - io ti amo
anche quando litighiamo

Poi non so più cosa dire
tu fai finta di dormire
guardo il soffitto nella notte
ed ormai sono le sette

Se mai dovessi lasciarmi, amore mio
fallo in un giorno di vento
così non mi vedrai tremare

Ma soprattutto ti prego, amore mio
fallo in giorno d'autunno
sarà più facile morire, sarà bello morire!!

Ho ridetto qualche vuota fesseria
alla tua nuova segreteria
sai, mi piace osservarti
nel silenzio, quando dormi

Fra poco suonerà la sveglia
è un nuovo giorno, cambio maglia
adoro le tue indecisioni
inseguo le tue contorsioni


DIVERSO CON ORGOGLIO
di Andrea "Bellafronte" Setti e Roberto "Freak" Antoni

Non posso, davvero non posso
considerarmi omologato
accettare il compromesso
le chiare regole del mercato

Non riesco a vendermi
c'è qualcosa che mi impedisce
forse è coscienza, forse è demenza
ma è forte, non si zittisce

Perché non partecipo al successo
e al suo contorno d'esaltazione??
Non vado mai a nessun congresso
mi difetta la partecipazione
Lontano dai giochi del Potere
dalle comode poltrone x il sedere
Via di manager rampanti
dalle loro mogli imbarazzanti

Sono diverso, da poco l'ho scoperto
solo adesso mi rendo conto
d'appartenere a un altro mondo
(Sono consapevole: odio l'intrallazzo
e il convenevole!!!)
Sono diverso e con orgoglio
perché è diverso quello che voglio
(Sono anormale, se sbadiglio al concetto di
"Villaggio Globale"???)

E' inutile che io tenti di fare il furbo
non sono scaltro, non sono accorto
forse sembrerò anche patetico
se anche il fisico è poco atletico

C'è chi mi ritiene inadeguato
e, in aggiunta: sprovveduto
per questo oggi e nel passato
mi hanno già del tutto escluso

Perché mi sento così maldestro
perché mi considero incapace (?)
Nono ce la faccio a vedermi corrotto
non voglio trasformarmi in un rapace
né accettare tanti compromessi
piuttosto rimangono i cosiddetti "fessi"
mi riconosco nel modello alternativo
anche senza la posa del trasgressivo.

28042013

mercoledì 20 novembre 2013

Come diventare bella, ricca e stronza - Giulio Cesare Giacobbe


Ma l'innamoramento, come la digestione, dura poco.
E spesso è pesante.
L'innamoramento ci dà indubbiamente momenti di grande felicità.
Ma anche una grande debolezza.
Basta un gesto, una parola, una distrazione, qualcosa che ci sveli che quella persona non ha nessuna capacità e magari nessuna intenzione di risolvere tutti i nostri problemi, che noi cadiamo nella più profonda depressione.
Se sei innamorata diventi come un gelato alla crema.
Uno ti mangia quando e come vuole e magari dopo butta via la cialda con la tua anima attaccata dentro.

04052013

martedì 19 novembre 2013

Il castello dei destini incrociati - Italo Calvino


Tutto il bosco pareva dirgli: -Non andare! Perché diserti i metallici campi di guerra, regno del discontinuo e del distinto, le congeniali carneficine in cui eccelle il tuo talento nello scomporre e nell'escludere, e t'avventuri nella verde mucillaginosa natura, tra le spire della continuità vivente? Il bosco dell'amore, Orlando, non è luogo per te! stai inseguendo un nemico dalle cui insidie non c'è scudo che ti protegga.

"circuito corto, notte lunga"

La Regina! La Regina! Veniva giù di schianto! Incandescente! Hai presente le meteore? Fa per aprire le ali! No, è legata per le zampe! Giù a capofitto! S'impiglia nei fili e resta lì! Tesa all'altezza dell'alta tensione! Scalcia, crepita, sbatacchia! Tira le cuoia, le real membrane delle nostra Sovrana beneamata! Stecchita, pende lì..

..si sono divisi le parti da buoni sposi, il matrimonio è lìincontro di due egoismi che si stritolano a vicenda e da cui si propagano le crepe nelle fondamenta del consorzio civile, i pilastri del bene pubblico si reggono su gusci di vipera della barbarie privata.

Con le figlie, qualsiasi cosa faccia un padre sbaglia: autoritari o permissivi che siano, ai genitori nessuno dirà mai grazie: le generazioni si guardano torve, si parlano solo per non capirsi, per darsi a vicenda la colpa di crescere infelici e di morire delusi.

-Spèzzati cuore, ti scongiuro, spèzzati.

Pus underground - Nicola Skert


"Bene un corno, maledetto lavoro. Dovrei chiedere un'indennità professionale da risveglio coatto. La sera mi addormento male, angosciato dall'idea del prematuro risveglio, poi quando finalmente mi addormento mi assale ogni timore..
Ma secondo te fa bene un trattamento quotidiano in cui un corpo e una psiche sono costretti a risvegliarsi prima del momento fisiologico? La risposta è NO! Non può fare bene! Eppure c'è l'indennità per chi è esposto all'amianto, la pensione anticipata per i soggetti al alto logorio fisico, indennità di trasferta, ma non per chi si deve svegliare ogni giorno di gran lunga troppo presto!"
"Non essere così acido di prima mattina caro, lo sai che poi digerisci male e ti viene l'alito cattivo, poi..."
"E chiederò il risarcimento anche per quello, allora! Chi mi quantifica il danno psico-fisico provocato da un risveglio non fisiologico? Qualcuno ha mai proposto uno studio medico sui potenziali danni provocati da un simile trattamento? E' mai stata accertata la salute dei pendolari secondo criteri epidemiologici? E soprattutto, nessuno ha mai pensato che potesse esser una patologia legata a un sistema lavorativo dannoso alla salute quanto l'esposizione a sostanze pericolose? No eh?"

Condannati a una sorta di ergastolo, i dipendenti statali una volta assunti giungono alla pensione dopo trenta, quarant'anni trascorsi allo stesso posto di lavoro. Gli stessi muri, le stesse mansioni, le stesse facce. Per decenni. La materia cerebrale si fa sempre più grigia e spenta, liquefacendosi di giorno in giorno nel calderone della routine quotidiana. Così subiscono un processo involutivo. Diventano bambini, bambini che frequentano svogliatamente la stessa scuola da decenni e che per ammazzare il tempo si cambiano dispettini, battutine, amori ridicoli, pettegolezzi. Poi giungono alla pensione e se sono riusciti a levigare bene le proprie circonvoluzioni cerebrali, allora avranno la fortuna di non chiedersi che ne è stato della loro vita.

Forse tutti nascono detenuti in una matrioska di prigioni, si evade da una e si ha l'illusione di essere finalmente liberi. Si trascorre la vita sempre allo stesso modo, tra un'evasione e l'altra, tra un luogo di detenzione e un altro, fin quando finalmente si evade dall'ultima prigione. Allora ci si rende conto che si è faticato inutilmente, che tanto valeva rimanere rinchiusi in quella originaria, giacché la libertà finale coincide con la morte e ogni forma di vita è ergastolana prigionia. 

Girandosi e rigirandosi sul materasso, cercava il punto dove si nascondeva il sonno, senza per altro trovarlo. Quando si arrese all'evidenza di una notte insonne, si mise supino a fissare un punto ignoto del soffitto. "Forse, forse non riesco ad addormentarmi perché il mio sonno è fuori con gli amici a far baldoria, e qualcun altro assieme a me è insonne a casa ad aspettarlo..."

Eppure una volta ci si drogava per fuggire dalla realtà. Adesso per aderirci meglio.

La realtà è uno scheletro che rimpolpiamo con il modo in cui ci si approccia alla vita. Di volta in volta è un bellissimo animale o il mostro dei nostri peggiori incubi, e non permane mai in una condizione duratura.

E' un pessimo lavoro quello del ricercatore, indipendentemente dal campo in cui operi, sia esso criminale, archeologico o scientifico. Le scoperte vengono vendute in sintesi avventurose, ma nella maggior parte dei casi sono frutto di pazienti attività ripetitive, dove l'ottusità del caso prevale sull'intuizione geniale. Poi frotte di giovani sognatori ne rimangono affascinati e cadono nella trappola di lavori assai più umili e noiosi di quanto avevano immaginato.

25052013

lunedì 18 novembre 2013

La ragazza di Trieste - Pasquale Festa Campanile


Com'è invernale l'inverno nei luoghi di villeggiatura.

E' possibile che una persona malata di depressione riesca ad amare?

"..E' vero la felicità è perfetta oppure non è felicità."
"Ci sono tanti scalini," obbiettò lui. "Non puoi abituarti all'idea di scenderne qualcuno? Non si può pretendere di essere felici sempre."
"Io si." Nicole parlava con convizione, tranquilla."Se non sono felice preferisco morire."
"Vuol dire che lo sei? Proprio felice?"
"Certo," disse Nicole. "Non continuamente, non dalla mattina alla sera, ma ci sono dei momenti, adesso, in cui sento che la vita non può essere più dolce di così. Momenti qualunque, sai, di cui mi accorgo mentre passano. Poco dopo non ci sono più. Basta un niente, è vero: anche l'ombra di una nuvola sul foglio dove tu stai lavorando. Ma so che potranno tornare, e perciò è bello anche aspettarli. Tu non fai niente e loro d'improvviso sono lì, che ti dicono affettuosamente di stare attenta, perché sei in una condizione perfetta: invece di sentire il tempo o la vita che passano fuori di te, senti che stai passando insieme col tempo e con la vita e che questo è giusto."

25052013

domenica 17 novembre 2013

Gorky Park - Martin Cruz Smith


Che cosa erano i morti dopotutto, se non testimoni dell'evoluzione umana, dell'indolenza primitiva all'industriosità civile? E ciascun testimone, ogni mucchio d'ossa dissepolte da tundra o torbiera, è una tessera che va ad aggiungersi al mosaico chiamato preistoria.

L'uomo non nasce criminale ma è indotto in errore a causa dell'ambiente o per l'influenza di cattivi elementi. Tutti i crimini, grandi e piccoli, possono addebitarsi a vizi post-capitalistici: avidità, egoismo, pigrizia, parassitismo, pregiudizi religiosi o depravazione ereditaria.

Be' l'amore non è una violetta che sboccia e appassisce. L'amore è un'erbaccia che cresce anche al buio. L'ha spiegato mai nessuno?

Un mugiko va a Parigi in viaggio-premio e quando torna a casa gli amici si radunano per festeggiarlo. "Raccontaci tutto, Boris" gli dicono. Boris scuote la testa e dice: "Oh il Louvre, il Louvre, tutti quei quadri, vaffanculo". "E la Torre Eiffel?" gli domanda un amico. Boris alza una mano più che può e dice "Vaffanculo!". "E Notre Dame?" domanda un altro amico. Boris scoppia in lacrime al ricordo di tanta bellezza ed esclama: "Vaffanculo!". "Ah boris," dicono tutti, sospirando "che gran bei ricordi che hai."

Le cito le parole di Lenin: "La classe operaia non è separata dalla vecchia borghesia da una sorta di Muraglia Cinese. Quando un individuo muore, non si seppellisce da sé; e così, quando muore una società, non è possibile cucirne il corpo in un sudario e calarlo in una tomba. Quel cadavere andrà in putrefazione in mezzo a noi. Continuerà a contaminarci per un pezzo".

Si era avvolta in un lenzuolo a mo' di peplo, con una cintura intorno alla vita. Aveva i capelli bagnati, i piedi scalzi. Certo, era lì da appena un secondo, ma lui ebbe la sensazione che lo stesse osservando da più tempo - come la prima volta che l'aveva incontrata - quasi che lui fosse una rarità, o una stranezza. Persino quell'abbigliamento improvvisato sembrava, in lei, elegante: come se le lenzuola andassero tanto di moda, quell'anno.

Un uomo può prevenire le mosse d'un killer. Ma non quelle della propria moglie. Si corresse: ex moglie.

"Non importa quanto sia assurda una bugia, se questa bugia è la tua unica speranza di scappare"
"Non importa quanto sia ovvia la verità, se la verità è che non ci riuscirai mai, a scappare"

"..Da noi in America, muoiono più giovani ammazzati che non di qualsiasi malattia. Chi compie qualche impresa criminosa diventa un divo della tivù. Tutti possono avere il loro quarto d'ora di celebrità. Assistiamo alle guerre in tivù, e a tante cose meglio della guerra. Tutto fa spettacolo, da noi: rapine, psicopatici, manici sessuali, poliziotti tarati, attentatori, gente che compie una strage per capriccio. esci di casa e ti becchi una pallottola, se no sta' in casa a guardare al tivù. E' una forma d'arte e industria messe insieme, la tivù. Un industria più grossa di Detroit, meglio anche del sesso, qualcosa come il Rinascimento per l'Italia, il riso per i cinesi e l'Amleto senza lungaggini.. Quelli che muoiono ammazzati sul serio, nella vita reale, non contano. Che te ne frega quando puoi vederlo alla televisione, un bel delitto al rallentatore, con tanro di effetti speciali, con un barattolo di birra in una mano e una tetta nell'altra? Molto meglio la finzione della realtà. Tutti i veri poliziotti sono a Hollywood, noi siamo solo dei fasulli." 

22062013

sabato 16 novembre 2013

Lucrezia Bogia La perfida innocente - Geneviève Chastenet


Dove riconoscere la chiave del suo potere?
Senza dubbio nell'essersi dedicata alla terza virtù teologale,
che esorta ad "amare il prossimo come sé stessi".
Geneviève Chastenet

Quant'è bella giovinezza che si fugge tutta via,
Chi vuol esser lieto sia, di doman non v'è certezza...
...Ogni cosa è fugace e poco dura
Tanto fortuna al mondo è mal costante
Solo sta ferma e sempre dura morte...
Lorenzo il Magnifico

Assicuratevi innanzitutto di aver qualcosa da dire.
Poi esprimetelo con semplicità e franchezza.
evitando le ricercatezze.
Voglio che impariate a pensare
e non a spaccare il capello in quattro.
Adriana Orsini

movimenti [fossero] aggraziati e dolci, leggeri quelli dei piedi,
i gesti ben formati, lo sguardo non deve vagare qua e là.
Completate le figure, la dama si congederà dal cavaliere
con un sorriso che essa gli rivolgerà
guardandolo bene in viso, e gli farà un'onesta riverenza
proporzionata al saluto del cavaliere stesso
il maestro di ballo

Sposa mercorina è peggiore della brina,
Sposa mercorina fa andare il marito alla ruina,
La sposa mercorina nun se gode la curtina.
detto romano sul mercoledì: giorno nefasto per lo sposalizio

...nella stessa parola UXOR si compendiavano i molti pericoli ai quali ci si espone ammogliandosi. 
Infatti la U simboleggia una forca capovolta, la X una croce, la O una ruota, la R una scure.
Geneviève Chastenet 

L'amore non può essere perfetto se il cuore non si perfeziona
prima formula dell'antico gioco detto "passafiore"

Togliete le cortigiane,
e tutta la società umana
sarà sconvolta
dallo scatenamento delle passioni
Sant'Agostino

L'amore è fra tutte le passioni 
quella che meglio si accetta
perché nessuno le sfugge,
e ammesso che peccato sia,
è un peccato dal quale tutti si assolvono
Sancia d'Aragona

Guardate attorno a voi il mondo tutto intero,
è l'opera d'Amore quanto è in esso di raro,
Amano cielo e mare, ama la terra ancora,
e questa stella pure che sovrasta l'aurora...
Vedi com'essa ride e riluce in quest'ora,
dell'amante sul seno sembra ch'essa si mora...
Jofré Borgia

Amor m'à posto come segmo a strale,
come al sol neve, come cera al foco,
et come nebbia al vento...
Petrarca

Poiché il caso è successo,
non si può rimediare
Alessandro VI

Discolorato ài, Morte, il più bel volto,
che mai si vide, e i più begli occhi spenti;
spirto più acceso di vertuti ardenti
del più leggiadro et più bel nodo ài sciolto.
 In un momento ogni mio ben m'ài tolto,
post'ài silentio a' più soavi accenti
che mai s'udiro, et me pien di lamenti:
quant'io veggio m'è noia, et quant'io ascolto...
Petrarca

Per pianto la mia carne si distilla
Iacopo Sannazzaro

Non bisogna darsi pena dell'indomani,
né soffermarsi troppo sul lato triste delle cose
e del passato conservare soltanto
il gusto migliore che ce ne lascia
Rodocanachi

Et volo sopra 'l cielo, et giaccio in terra;
e nulla stringo, e tutto 'l mondo abbraccio...
Petrarca

Pascomi di dolor, piangendo rido;
egualmente mi spiace morte et vita...
Petrarca

Se proprio occorre,
per amore o per forza,
vivere fino all'ultimo giorno,
allora viviamo in allegria
Lucrezia Borgia

Attendere alle cose liete 
per non morire di malinconia
Pietro Bembo

Dice la Francia rivolgendosi alla Chiesa:
Si dice che non abbiate punta vergogna
Di infrangere la fede promessa:
L'ingratitudine vi travolge,
Né di promesse fate maggior conto
Di quanto faccia un banchiere veneziano!
La Chiesa:
Il mio medico ebreo profetizza
Che io sia perversa esser buona cosa:
Appena io dovessi cessare
Di essere perversa, io morirei
Così come il pronostico dice.
La Francia:
Che ne è stato della buona fede?
La Chiesa:
Da me più non si mantiene
Nel tempo presente essa è svilita
La Francia:
Pur io la vidi con giustizia e lealtà
Operare altra volta in questi luoghi.
La Chiesa:
La buona fede è roba d'altri tempi.
La Francia:
Nostro figlio il principe degli sciocchi [il re]
Di tutto cuore vi onora e riverisce.
La Chiesa:
Io voglio che si dica a ogni momento,
Sì da acquistarne celebrità e lode,
Ch'io sono la Santa madre Chiesa.
Non sono forse in cattedra assisa?
Notte e giorno vi dormo e vi riposo.
La Francia:
Temete allora d'esserne scacciata!
Gringoire

Tutto ciò che è esagerato non ha senso.
Talleyrand

10072013

venerdì 15 novembre 2013

Il cuore sotto il rullo compressore - Howard Buten


Perdere la ragione è come addormentarsi al volante. Si resta svegli quanto basta per dirsi: non addormentarti anche se ci si sta addormentando. Si è sé stessi e non lo si è. Gli ho detto che era impazzito di rabbia perché non gli avevano permesso di morire. Ha obiettato che non aveva intenzione di suicidarsi. Ho risposto che morire e uccidersi non erano la stessa cosa, che noi cominciamo a morire nel momento in cui nasciamo, ma mettere al mondo un bambino non è omicidio.

So che il bel ritratto 
ti ha stregato
Si, lei era bella,
nessuno lo può negare.

Triste è la sua storia:
un bel giorno di sole
la bella investita fu
mentre inseguiva un sogno
da un palloncino blu.

Lui disse che l'amava
e lei quasi impazzì.
Gli amici la curarono,
così dicono qui.

Ma qual'è l'uomo che
guidar vorrà mai più
in un giorno di sole 
un palloncino blu

Che c'è da ridere?
A volte mi chiedo perché non riesco a smettere
di ridere, per colpa di qualcuno che
da otto anni non ho più visto, e mi ossessiona
questa mente del cazzo e non mi lascerà mai più mai più, ma
continuo a ridere ridere ridere
haha
finché non mi mordo i pugni pur di smetterla
e mi vedo le mani coperte di lacrime

Mi sembra quasi che lei sia i miei sentimenti dentro un'altra persona.

Io credo nella trasmigrazione delle anime. Dentro di me non posso concepire né Tempo né Male. E poi odio la matematica.

"Se avessi almeno la macchina"
"La macchina non migliora la vita sessuale" ho detto "L'abbiamo scoperto al liceo."
"Invece si. Vai a sbattere contro un pilastro del cavalcavia e puf! Fine dei problemi. Il suicidio è la soluzione di tutto."

"Senti, cervellone. Non lo so dove volete andare a parare con questa contestazione, come dite voi, e non me ne frega un accidente, però devi ficcarti bene in testa una cosa, ammesso che tu ce l'abbia. Tu sputi nel piatto in cui mangi. Io ti pago l'università e perfino i conti in banca, e tu fai il contestatore. Molto comodo. Tu non sai nemmeno cos'è l'ingiustizia. Ma cosa contesti? Tu la fame non l'hai mai provata. L'oppressione come dici non sai neppure cos'è, bamboccio. Ci vuole un bel fegato per venire a dire alla gente cosa è giusto e cosa no. E tu come fai a saperlo?.. Hai mai dovuto pagare con gli assegni familiari? Hai mai pagato le tasse?.."

Non lo nego, l'oppressione della donna in questo paese risale ormai a molti secoli fa, è più antica di quella degli afroamericani, e, al limite più sottile e insidiosa. Colei che dà alla luce l'uomo viene segregata da quest'ultimo in cucina o col pretesto della maternità, e viene strumentalizzata dalla società come oggetto sessuale o come macchina per fare figli. E' una cosa spregevole.
Vorrei però che qualcuno mi spiegasse perché non si depilano più le gambe.

"Certi dicono" ho esordito "che gli occhi si abituano all'oscurità perché il buco che c'è in mezzo si allarga per far passare più luce." Ho sospirato. Il letto era rigido. "Ma io penso che sia proprio il contrario. I buchi si rimpiccioliscono per tenere fuori il buio."

E quando non si è molto furbi, l'ultima cosa che ci si aspetta è proprio la prima che ci si aspetterebbe se si fosse più furbi..

"Anche tanto zucchero.. Voglio proprio mandare il pancreas in tilt."

..o magari io ero destinato ad adorare quel tipo di pelle e lei per caso se l'era ritrovata addosso.

Quella notte ho capito che ogni respiro fa scorrere il tempo all'indietro.

Mi hanno insegnato che in America tutti hanno diritto a una vita piacevole. I miei genitori non smettevano mai di ripeterlo. Io obiettavo che comunque ognuno ottiene quello che gli serve.Vivere è una cleptomania.

Baci a vuoto. Il rito dei convenevoli, guancia a guancia per baciare il vuoto.

04082013

giovedì 14 novembre 2013

Trattato di culinaria per donne tristi - Héctor Abad Faciolince


L'unica notte, disse qualcuno, è quella della veglia, la notte passata in bianco. Non si ha memoria delle notti di sonno. Così è l'amore: il più indimenticabile è quello che non è mai esistito. Come per l'insonnia, anche per l'oblio ci sono sciroppi e intrugli. Ma entrambi sono rimedi senza criterio. Gli uni ti faranno dormire così tanto (senza sogni e senza sonno), che sarà come morire. Con gli altri, se li prendi, non dimenticherai quello che vuoi dimenticare: dimenticherai tutto, sublime o disgustoso che sia stato. Non ti rivelo, dunque, i miei beveraggi per il sonno e l'oblio. Producono lo stesso effetto della cicuta.

Ma è forse un male in nubilato? Non permetter che ti angustino le ruffiane, non permettere che ti circondino le false mezzane. Ci sono alcune che si sposano a forza e sono felici; altre che vanno sorridenti al rito delle nozze senza nemmeno pensare che stanno andando al patibolo. Non potranno essere felici quelle che costrette rimangono zitelle per carenza di offerte? Forse fra le lacrime stai guadagnandoti un cielo qui sulla terra. Sposarsi è un terno a lotto. I ragazzi più attraenti si trasformano in pancioni poco prima del terzo anniversario. Dittatori oziosi, tiranni insaziabili, sciocchi indifferenti che leggono il giornale e guardano la televisione. I principi azzurri sono davvero scarsi. Non prendere, quello si, i vizi più funesti del nubilato. Smetti di essere pettegola. Rifiuta ogni traccia di amarezza. Non essere vendicativa con quelli che vivono nefastamente in coppia, non affondare il coltello nella piaga con i tuoi commenti demolitori. Allontana le manie, mantieni la mente aperta. Goditi la tua libertà senza sbatterla in faccia agli schiavi.

Se mangi frutti amari il tuo carattere non diventerà agro. La schiva fortuna non ti abbandonerà più se sei salata. Non diventerai dolce a forza di caramello. E tuttavia nulla addolcisce le pene dello spirito come le marmellate..

Sana abitudine è tirare fuori la lingua alla tua immagine allo specchio. Da un canto, è necessario, quotidianamente, ridere un po' di sé; e inoltre approfittane per dare un'occhiata al suo colore e alla sua consistenza. La lingua è una grande depositaria di segreti, come organo interno che abbiamo all'esterno. Come leggere i segni della tua lingua? Ah, questo alfabeto è oscuro dato che ogni lingua ha il proprio. Conoscere sé stessi non è altro che conoscere la proprio lingua: guardala, indaga nei suoi monticelli e seni, pensa a cosa farai oggi con lei. Non essere una lingualunga, Prima del pettegolezzo, della menzogna, dell'infedeltà, morditela tre volte: dopo, se vuoi, liberala.

Quella tendenza a tradire, a mentire e a essere perfettamente franca. A nasconderti o a mostrarti molto. Quella preoccupazione di preoccuparti tanto per poi finire a raccontare la tua storia, la tua storia nei minimi particolari a uno sconosciuto. Quella voglia di fuggire, di uscire di corsa quando qualcuno mostra di cominciare a conoscerti, sebbene tu non ti riveli. Quella vertigine di rimanere. Quell'implacabile sete di qualcuno e di non stare con nessuno. Di avvolgere le carezze nelle parole. Quella voglia di cambiare senza rinunciare a nulla. Quella fame di impossibile. Come pensare in questa confusione contraddittoria? E' verità e menzogna, è bene e male e non c'è via d'uscita. Nulla da fare. Beviti un bicchiere d'acqua.

Usa la modestia come una corazza per proteggersi. Finge di non sapere quello che più sa. Tra una vanità fondata e una falsa modestia sceglie la seconda. Parlo dello zucchero. Il sale è il contrario: fa credere di sapere persino quello che non sa. Il suo modo di proteggersi è l'arroganza. E' vanitoso senza motivo e incapace di essere modesto. Conosci a fondo il sale e lo zucchero, così saprai usarli. Uno è molto concreto, l'altro troppo astratto. Se usi molto uno, ti manca l'altro, ed entrambi ti fanno vivere un una perpetua nostalgia. Non c'è metodo migliore del cammino battuto: sale all'inizio e zucchero alla fine. Il salato, inoltre, serve a lasciarci soddisfatti. Il dolce, invece, non serve a riempire, ma è uno stimolo per la fantasia. Disse bene il sapiente Savinio: "Nell'ordine dei cibi il dolce tiene il luogo del vizio, meglio ancora, di un peccato, è il caso di dire, dolcissimo. Non è senza una precisa ragione che il dolce viene alla fine del pasto. I dolci noi non li accettiamo se non saziata la fame, placate le necessità. Il dolce fa dimenticare quel che di necessario e dunque di cupo e di mortale è nell'operazione del nutrirsi, ci riconcilia con la parte divina della vita e  fa rifiorire in noi il riso. Punizione gravissima è lasciare il bambino senza dolce, togliergli la gioia e il conforto."

Ci sono sofferenze che gettano, irrimediabilmente, nel più profondo sconforto. E la disperazione è così totale che tu stessa ti meravigli di soffrire tanto e di non poterlo sopportare. Solo con lui potresti sopportare tanta infelicità, ma è lui che se ne è andato. E' morto colui che amavi e puoi resistere? E' morto colui che ti faceva sognare e sorridere e tuttavia ce la fai? Prima, quando c'era lui, la vita era un'altra cosa. Adesso senti che hai perduto chi ti faceva palpitare, senza rendertene conto, di allegria. Non posso consolarti. Non ho alcuna ricetta che abbia pietà della tua tristezza e la mitighi. Al contrario, posso solo dirti di soffrire liberamente, di soffrire più che puoi, fino a sentire che tanta tristezza non entra più in un corpo. Non risparmiare le lacrime, sguazza nel dolore con tanta intensità come prima nel piacere. Perché c'è una regola ineluttabile che, adesso che la sentirai, ti renderà ancora più triste: col passare del tempo non soffrirai più tanto; vorrai soffrire come prima e non ne sarai capace. E' impossibile soffrire e soffrire per molto tempo. Anche lui, lui finirai per dimenticarlo. Costi quel che costi e accada quel che accada: se dopo trentasei mesi continui a soffrire come adesso, non soffrirai per lui, soffrirai per il senso di colpa di non continuare a soffrire. Nonostante fosse senza limiti l'amore che provavi, il dolore è avaro, dura meno.

La routine non è, come pensano alcuni superficiali e mendaci, quello che rende la vita insopportabile. E' piuttosto il contrario: tanti atti della vita sono talmente insopportabili che se non li facessimo diventare routine, renderebbero la vita insopportabile. Dice un amico senza nome: "L'unica maniera che ha l'uomo per sopportare la vita, è renderla routine". Poiché ci sono compiti tediosi e inevitabili che non devono offendere la nostra testa con l'ombra di un pensiero, di un dubbio, bisogna renderli meccanici: spolverare, lavarsi i capelli, lavare il pavimento, pagare i conti, andare in ufficio. Non pensare alle cose orribili, falle diventare routine. Accetta senza lotta le inevitabili incombenze quotidiane e riserva l'entusiasmo a quelle insolite. Mangia e cucina piatti semplici per tutti i giorni. E quando c'è una leccornia, si faccia festa. L'esistenza non sopporta i banchetti quotidiani. Che la quotidianità si trasformi in un ronzio insopportabile, in un inevitabile sottofondo dell'altra, la vera vita, quella che invece pensi e cerchi e rinnovi e cambi e proteggi. Non trasformare in routine quello che ti esalta, quello che ti interessa. Quello di cui non importa però devi farlo diventare di routine perché non pesi.

Unirò due frasi altrui e sapienti al fine di indurti alla moderazione. Una è di Quevedo, il miope, zoppo e linguacciuto Quevedo, che disse: "Tutto il di più fu sempre veleno". L'altra è dell'indigesto Ceronetti, esperto conoscitore dei silenzi del corpo: "Per quanto poco mangi, mangerai sempre troppo". Cos'è questo, ti dirai: un cuoco che mi invita all'anoressia? No. Per farsi capire conviene esagerare. Ma non conviene mai esagerare nel mangiare: meglio la voglia di prendere ancora che rimpinzarsi. Inoltre, c'è un solo segreto per non ingrassare mangiando: preparare bene le pietanze. La cattiva cucina è così sgradevole che non soddisfa la fame, non sazia l'appetito. i cibi piacevoli non compiacciono solo lo stomaco: tranquillizzano lo spirito e perciò ci permettono porzioni ragionevoli. Quanto peggiore è ciò che mangi, tanto più ti ingozzerai di tutto, ti riempirai senza pietà in cerca di un piacere profondo che non arriva.

18082013

mercoledì 13 novembre 2013

Il mondo in fumo - Anne François


Fin da bambina, so che gli oggetti finiscono dentro buchi neri. Dimenticandoli troppo in fretta, li offendiamo e loro scompaiono per sempre. Al contrario, se si dimostra subito, con un'agitazione febbrile, che li stiamo cercando, li troviamo dove tutti hanno guardato cento volte, ma senza fede. La preghiera a sant'Antonio da Padova è quindi solo un metodo supplementare per concentrarsi come medium. Non si tratta più di chiedersi "dove posso averlo perso?", bensì "dove si sarà ficcato?". L'immaginazione oscilla alla ricerca di questi oggetti effimeri, che strisciano, saltano, prendono il volo, si rintanano e si camuffano: scialli gialli che si confondono con il tessuto rosso della poltrona, una scarpa verde che viene inghiottita dalla moquette grigia. La cosa buffa è che, cercando una borsa, ci si imbatte in una scorta di sigarette. E cercando le sigarette si ritrova la collana andata perduta da anni.

Eppure non sono così lontani i tempi in cui si poteva fumare sui pullman e sugli aerei. I portacenere incassati nei braccioli o dietro i sedili testimoniano ancora quella dolce umanità. Ormai siamo privati delle sigarette migliori: quelle che ingannano l'ansia della separazione, che rassicurano i claustrofobici e i tanatofobici e che riempiono le lunghe ore dei voli notturni.

In nome della sigaretta sono stati commessi più che crimini, delitti minori, ma non sempre insignificanti, come testimonia un fratello londinese. Avendo il padrone del pub strillato il tradizionale last order, Michael Fagan ordina l'ultima pinta di birra e tira fuori di tasca il suo pacchetto di Players, che è vuoto. Ci legge un segnale. "Ultima birra della serata. Ultima sigaretta della mia vita" dice a sé stesso. Per festeggiare il suo ritorno alla salubrità, decide di tornare a casa a piedi. Ma più va avanti, più ha voglia di fumare. Ah! Fumare camminando nel silenzio di una notte di luglio! Se ancora avesse potuto lottare contro una vera sigaretta... Invece che contro l'idea di una sigaretta... Costeggia un grande edificio, vede una luce alla finestra, immagina subito qualcuno che sta fumando, mentre legge a letto. "Vedo già sigarette ovunque, promette bene!" Ma è irrefrenabile. Come in un sogno, si ritrova nella camera da letto di una donna non più molto giovane, immersa nella lettura di un giornale di ippica. "Non avrebbe una sigaretta, per caso?" Lei lo guarda, impassibile, poi esce dal letto con molto sussiego, passa nella stanza accanto e gli porge un pacchetto di Chesterfield. "Lo ha lasciato qui mia sorella. Non ho altro." "Va benissimo. Permette che ne fumi una con lei?" "Non fumo, ma faccia pure, la prego." Lui si siede sul letto, lei piega le gambe. "Sa avevo deciso di smettere questa sera..." "Sì, lo so, è dura. Mia sorella non la pianta mai di dirlo." Fuma, beato. Con discrezione, lei riprende il suo giornale, per riporlo, senza imbarazzo, al primo colpo si sonno. Lui si alza. Lei accenna un movimento. "Non mi accompagni, conosco la strada. Buonasera. E grazie ancora." Le fa un cenno, dicendosi che quella tizia le ricorda qualcuno. Il mattino del 9 luglio 1982, tutti i tabloid britannici, subito ripresi dalla stampa internazionale, mettono in prima pagina questo banalissimo incidente. Si dava il caso che la home in cui si era introdotto Michael Fagan fosse Buckingham Palace e l'ospite fosse la regina d'Inghilterra. L'episodio fece scandalo. Il tipo avrebbe potuto essere uno scassinatore, uno stupratore, un regicida o, peggio ancora, una spia. Era dunque un miracolo che la regina fosse stata esposta semplicemente al fumo passivo.

19082013

martedì 12 novembre 2013

Madre Asdrubala - Aldo Busi


Gli uomini bisogna pur prenderli da qualche parte e non c'è scelta per una bambina in gamba: o li prendi per i loro fondelli o per il tuo portafoglio.

Le donne di una certa epoca si fanno certe idee soprattutto quando sarebbe venuta l'ora di farsene altre o di farle fare alle altre donne di epoca più recente. Che tempi col tempo! Sbatti la vecchiaia davanti allo specchio: o si riflette con gli occhi indietro o si riflette di spalle, e vede solo la gioventù che si immagina. 

Fa finta di non vedermi neanche quando sono io a fare spallucce per prima.

Naturalmente lui è il secondo uomo che ho invitato al party, il primo è stato il primo a caso, per far ingelosire il secondo se lo sapesse.

Ah, gli uomini che ti fissano taciturni che discorsi ti tengono!

La gente è sempre così contenta di contribuire a salvare altre vite più o meno inumane di altra gente che non sia lei.! Basta che le parole di salvezza siano ben dette, giusta pronuncia, giusto tono, fare spigliato, poi fa niente da che bocca escono.

Fra piangere e ridere non c'è di mezzo il mare ma la sottile linea di un miraggio di gnocchi. Ridi perché li vedi, piangi perché non ci sono. Ciò che ci fa ridere non dovrebbe farci piangere; eppure è la stessa cosa non-cosa. Solo quelli più di bocca buona trovano una qualche differenza fra la felicità e l'infelicità.

"Tu cambi sempre discorso", le ho detto, sicura che lei sarebbe stata colpita dalla profondità di quel qualcosa che non stavo affatto pensando. Gli adulti hanno così bisogno di non meditare per sentirsi degli esseri pensanti che è un peccato non dargli un po' di pane per le loro carie.

..saper distinguere significa dover doffrire al dettaglio mentre la depressione è più comoda, fa di tutto un brodo all'ingrosso, ti lascia al punto di autocompiacimento di prima e fa soffrire solo gli altri che devono stare al tuo gioco. 

C'è una sola razza peggiore degli impostori: gli inconsapevoli, cioè gli impostori doppi.

Quando penso che un minuto fa avevo sì e no quattro anni, cinque anni, sei anni e che stanotte posso svegliarmi e avere già trentanove rimpianti di colpo come la mia mamma!

Be', quando penso a cosa deve fare una povera donna in ombra per sentirsi un uomo in vista, mi sento spacciata in tempo record.

..nessuno è mai stato una sola persona, ognuno ha una doppia personalità. Non per sbadataggine o per ipocrisia: per risparmiare sul personale. Se da uno fai per due, risparmi di più che se da uno fai per uno. Certo, per le fogne il lavoro è doppio e triplo il marcio quando viene a galla.

Un bambino è profondamente innamorato di una bambina quando non ha più altra scelta e per disperazione finisce per provare i suoi stessi sentimenti, che è l'unico modo per deludere una donna sperando così di eluderla. Ma con me non attaccava: non c'é fondo all'indifferenza di un uomo, e questa consolazione ha continuato a farmi sperare.. Un bambino senza cuore è una manna per tutte perché puoi dargli il tuo senza privarti di niente e in più avere qualcosa da rinfacciargli per tutta la vita. Avendo lui il tuo al posto del suo, è chiaro che è un uomo senza cuore, cioè una donna con un cuore di troppo. Il che non piace a nessun uomo vero. Ma è un rospo che bisogna far ingoiare a ogni principe azzurro se poi si vuole richiamarlo alla realtà che gli abbiamo teso noi fanciulle.

Se una donna che si muove ragionasse come una donna che si muove e una donna che sta ferma ragionasse come una donna che sta ferma, avremmo due rivoluzionare garantite. Invece una donna che si muove ragiona come una donna che sta ferma ("Ah se potessi starmene con le pantofole in casa invece di dover sempre sbattermi di qua e di là!) e una donna che sta ferma ragiona come una donna che si muove ("Ah se potessi partire su un dromedario verso un viaggio senza fine!) e così tutto resta  al punto di prima: ché una donna che si sforzasse di sragionare è un controsenso. Le viene naturale così.

I grandi, anche quelle rare volte che noi bambini diciamo la verità, non pensano mai che è la verità: quando ci va bene, dicono di noi che siamo svegli, nel senso che siamo già in grado di fare come loro e che davanti ci si prospetta una splendida carriera di rotti a tutto. E' che sono rattoppati male loro, non siamo rotti a tutto noi. perché ci si pone il problema dell'integrità una volta che non c'è più niente da fare? Perché è più divertente e la dialettica ne guadagna.

Cercherò di voltargli le spalle più che posso. Che è anche l'unico modo vero per una donna di guardare un uomo dritto negli occhi.

..si diventa grandi solo per svista e che bisognerebbe porvi più attenzione sin da piccoli, andando in giro, per esempio, con un coperchio di ferro in testa legato alle caviglie per farla star giù!

..a diventare grandi e ad avere l'esperienza sono buoni tutti, ma solo i più meritevoli riecono a non tenerne conto.

L'importante è la fedeltà della mente, dicono quelli e quelle che tradiscono solo col corpo. Comodo, dico io: ma quando mai hanno avuto una mente questi qui per metterne a repentaglio la fedeltà?

..la fine è uguale per tutte col Principe Azzurro che sposa la sventurata che rispose "Sì" e leggo, "Evissero per sempre felici e contenti", mi viene da domandarmi, ma da quando un sabato o un mese o un anno sono per sempre?

E' un fatto di igiene intima: per diventare saggi bisogna mettere a frutto la pazzia degli altri che, rifiutando il solo sospetto di non essere normali come tutti gli altri, saggi non diventeranno mai.

La violenza fisica crea nel violentato l'autodifesa che crea cultura, la quale crea l'unica violenza vera che cambi il mondo: quella su sé stessi. Ma meglio ancora sarebbe non aspettare tanti passaggi e, invece di arrivare alla noblesse oblige, rispondere subito dente per dente occhio per occhio, che è il vero sogno di ogni bambino quando deve voler bene per forza a uno più grande e più forte di lui.

..anche se mi ci è voluto del tempo per capire che la virtù che vediamo e ci commuove corrisponde al vizio che è tenuto nascosto e ci indigna.

Comunque è molto difficile fare il masochista, non è un attività che puoi fare i turni: devi essere in ballo ventiquattrore su ventiquattro. Infatti, lui piange prima perché non le ha ancora prese, durante perché le sta prendendo e dopo perché le ha già prese, e ciò che sarebbe il dopo per chiunque altro per lui è già il prima di prima.. E' chiaro che una persona che si presta alle esigenze di una simile vittima è vittima della vittima, non viceversa..

A volte le apparenze non ingannano, peccato che ci si inganni di volte.

..forse voleva dirmi che ai suoi tempi le trecce non si usavano già più e che le donne avevano lasciato ogni speranza intrecciata agli uomini ma non gli uomini.

Uno ti ama mica perché sei bella o brutta tu, ti ama perché ha le sue manie lui..

..a forza di fare mente locale abbiamo avvertito che ci stavamo facendo una mente. Proprio sotto la radice dei capelli. E stava diventando spaziosa come un locale più ripostiglio.

Questo serve a diventare imprendibili per restare liberi, per restare sempre bambini. Bisogna far finta che il mondo sia a testa in giù e sempre un po' spostato di dove si crede sia localizzato: cogliendolo di sorpresa gli sfuggi tu e intrappoli lui.

..vuoi una donna? prenditerne pure un'altra: è lei.

Perchè le chiamano forse dell'ordine se il loro debole è il disordine? Non ci salvano mai né ci sono mai quando ne avresti bisogno né, se ci sono, ci cavano d'impiccio quando ne avresti bisogno, ma sono così massmediologici nelle loro divise azzurre ricche di fronzoli viscontei, piccoli fasci littori da cui spuntano dei grossi papaveri! Si salvano solo per questa proprietà, e perché hanno il senso della puntualità davanti ai vecchi cimiteri a caccia di ricettatori per rubargli il mestiere.

Ma a noi non può importare molto di questa gentaglia il cuo solo merito è non averne alcuno.

Se qualcuno che ne ha troppa non desse mai fiato alla voce, non ci sarebbero mai voci sufficienti per alitare la minima verità inconfutabile.

Se si è al mondo tanto per esserci, essere per avere più della media resta il miglior passatempo per uno spirito eletto.

Dovrò giurare di vedere dei colori dove non ce ne sono e, siccome il fuori è quel grigiume che è, dovrò sviluppare il dentro al massimo per riversare fuori la cromia che non c'è..

Ah, se quando dico io e tu ci fossi anche tu! O almeno io.

E pazienza se il prezzo della vita è la cattiveria che occorre per viverla sulla bontà di chi non la ama abbastanza  per essere cattivo quanto occorre. Occorre coraggio per restare vivi. L'isitinto, da solo, non basta più.

Niente trucchi con me. Non ho bisogno di essere drogata per dire "Voglio vivere". Voglio vivere lo stesso.

Grazie a dio, una meringa senza albume, non c'è niente di contrastante fra la mancanza di volontà di un uomo di fare la volontà di una donna e una donna.

FINCHÈ C'È VITA, C'È VITA, DOPO, MORTA LÌ. VIVAT!